Messaggio sull’iniziativa popolare «Per una Svizzera che si impegna»: il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa senza controprogetto

Berna, 16.10.2024 - Nella sua seduta del 16 ottobre 2024 il Consiglio federale ha adottato il messaggio sull’iniziativa popolare «Per una Svizzera che si impegna» («Iniziativa Servizio civico») e raccomanda alle Camere federali di respingere l’iniziativa senza controprogetto. La popolazione deve essere tenuta a prestare solo i servizi necessari per la sicurezza della Svizzera.

Il 26 ottobre 2023 è stata presentata l’iniziativa popolare «Per una Svizzera che si impegna» («Iniziativa Servizio civico»). Secondo quanto previsto dall’iniziativa, le persone di cittadinanza svizzera dovrebbero prestare un «servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente». Questo servizio verrebbe prestato sotto forma di servizio militare o di un altro servizio di milizia equivalente riconosciuto dalla legge.

Il Consiglio federale riconosce l’obiettivo dell’iniziativa di promuovere la responsabilità individuale e collettiva dei cittadini svizzeri a beneficio della società mediante servizi obbligatori. Anche l’obiettivo di rafforzare la coesione sociale tramite un impegno a favore della sicurezza o dell’ambiente ha la sua ragione d’essere.

L’obbligo di prestare servizio si concentra sul bisogno e sul nesso con la sicurezza

Tramite il servizio a favore della comunità l’iniziativa popolare intende promuovere le pari opportunità, la solidarietà nonché la responsabilità individuale e collettiva dei cittadini svizzeri. Il Consiglio federale ritiene che anche in futuro il sistema dell’obbligo di prestare servizio debba concentrarsi sull’obiettivo di garantire l’apporto di personale per l’esercito e la protezione civile come organizzazioni di sicurezza e quindi di contribuire alla sicurezza della Svizzera. Per questa ragione il Consiglio federale ha deciso di raccomandare alle Camere federali di respingere l’iniziativa popolare. La popolazione dovrebbe essere tenuta a prestare servizi solo nella misura in cui la società abbia assoluto bisogno dell’intervento dell’esercito, della protezione civile e del servizio civile.

Se l’iniziativa venisse accolta, ogni anno il numero delle persone reclutate per prestare servizio sarebbe almeno il doppio rispetto ad oggi e le tipologie di servizio verrebbero ampliate in modo massiccio, in particolare quelle che non hanno un nesso con la sicurezza. Il Consiglio federale ritiene che non vi sia un bisogno da parte della società in questo senso.

Concorrenza con il libero mercato e costi

Introdurre un «servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente» significherebbe inoltre sottrarre al mercato del lavoro il doppio dei lavoratori rispetto ad oggi. Questo peserebbe molto sull’economia e dal punto di vista economico sarebbe poco sensato impiegare persone obbligate al servizio come lavoratori per svolgere compiti per i quali sono meno qualificate rispetto all’attività professionale che svolgono altrimenti. Il Consiglio federale ritiene che inoltre ciò potrebbe mettere in pericolo posti di lavoro esistenti e alterare le condizioni salariali, di lavoro e di concorrenza, tanto più che eventualmente le persone obbligate al servizio andrebbero a sostituirsi almeno in parte ad altri lavoratori non qualificati o poco qualificati ed entrerebbero quindi in concorrenza con il libero mercato.

Infine i costi di un «servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente» sarebbero considerevoli poiché i costi relativi alle indennità di perdita di guadagno raddoppierebbero e le spese per il personale per l’esecuzione sarebbero notevoli.

Approfondimenti sull’ulteriore sviluppo del sistema dell’obbligo di prestare servizio

L’apporto duraturo di personale in seno all’esercito e alla protezione civile si trova di fronte a grandi sfide. Per questa ragione il Consiglio federale ha avviato una verifica di ampia portata del sistema dell’obbligo di prestare servizio. Nella sua seduta del 4 marzo 2022 ha incaricato il DDPS di valutare in maniera approfondita due varianti per l’adeguamento del sistema dell’obbligo di prestare servizio: l’«obbligo di prestare servizio di sicurezza» e l’«obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno». In tale contesto vige il principio secondo cui la popolazione debba essere tenuta a prestare servizi solo nella misura in cui ciò è necessario per l’apporto di personale all’esercito e alla protezione civile.


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