Consiglio dei diritti umani dell’ONU: la Svizzera coopera alla redazione di una risoluzione sui matrimoni precoci e forzati

Berna, 14.07.2023 - Il 14 luglio si è conclusa la 53a sessione del Consiglio dei diritti umani dell’ONU, iniziata il 19 giugno scorso e incentrata sulla difesa dei diritti delle donne e delle bambine, un tema sensibile in seno al Consiglio. La Svizzera è stata particolarmente attiva, insieme ad altri 11 Paesi di tutte le regioni del mondo, nella redazione di una risoluzione sulla lotta contro i matrimoni di minori, precoci e forzati.

In qualità di membro di un gruppo di co-autori, la Svizzera ha partecipato attivamente al processo di elaborazione e adozione di una risoluzione sui matrimoni forzati di donne, adolescenti e ragazze. La risoluzione adottata riconosce per la prima volta che i matrimoni forzati sono una forma di violenza di genere. Con questo documento la Svizzera ha colto l’occasione per ribadire la necessità di combattere le forme di discriminazione strutturale e gli stereotipi di genere, che sono tra le cause principali dei matrimoni forzati.

Uno dei temi centrali della sessione era la difesa dei diritti delle donne e delle ragazze. A questo proposito la Svizzera si è fortemente impegnata per il rispetto delle norme internazionali sui diritti delle donne e l’uguaglianza di genere. In particolare ha partecipato attivamente ai negoziati su una risoluzione per l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne e delle ragazze. Così facendo ha difeso l’adozione di misure concrete in materia di prevenzione e la garanzia di un accesso alla giustizia per le vittime. La Svizzera ha inoltre preso parte a un dibattito durante il quale ha condannato la discriminazione istituzionalizzata delle donne e delle ragazze in Afghanistan.

Dibattito urgente sulle manifestazioni di odio religioso e altri temi attuali

Per quanto riguarda le altre questioni affrontate durante la sessione estiva, la Svizzera ha partecipato a un dibattito urgente sugli atti premeditati e pubblici di odio religioso. Il dibattito era stato richiesto dall’Organizzazione della cooperazione islamica a seguito delle recenti manifestazioni di profanazione del Corano in alcuni Paesi europei ed extraeuropei. Al termine del dibattito è stata adottata una risoluzione anche su questo argomento.

La Svizzera ha dato poi il suo contributo a discussioni riguardanti la società civile, i trasferimenti di armi e il cambiamento climatico, intervenendo soprattutto durante il dialogo interattivo seguito alla presentazione del rapporto del segretario generale concernente le ripercussioni negative del cambiamento climatico sulla piena realizzazione del diritto all’alimentazione, e durante i negoziati per la stesura di una risoluzione sulla questione.

Preoccupazione per la situazione dei diritti umani in vari Paesi

Come già avvenuto nelle sessioni precedenti, la situazione dei diritti umani in vari Paesi è stata uno dei punti all’ordine del giorno del Consiglio. Conformemente alla sua strategia di politica estera e alle linee guida sui diritti umani, la Svizzera ha quindi preso parte ai dialoghi e alle risoluzioni sulla situazione in Eritrea, Siria e Bielorussia. In occasione della presentazione del rapporto annuale dell’alto commissario per i diritti umani Volker Türk, ha condannato l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina e ha esaminato gli attuali sviluppi in Russia, India, Cina, Egitto e Uganda.

A fronte di un preoccupante aumento delle esecuzioni in Iran, ha invitato le autorità a limitare il ricorso alla pena di morte, in conformità con il diritto internazionale, come primo passo verso la sua abolizione. Questo appello è stato formulato nel quadro del dialogo interattivo con la missione di accertamento dei fatti istituita nel 2022 per indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani in relazione alle manifestazioni che hanno avuto luogo nel Paese.


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