Il professor Thomas Feurer è il nuovo direttore dello European XFEL

Berna, 14.06.2023 - Il professor Thomas Feurer, direttore dell’Istituto di fisica applicata all’Università di Berna, ha ricevuto dal Consiglio dello European XFEL la nomina di presidente del Comitato direttivo. Thomas Feurer entrerà in funzione il 1° gennaio 2024. Situato a Schenefeld, nei pressi di Amburgo, ed entrato in funzione nel 2017, questo impianto è in grado di generare fasci laser a raggi X di forte intensità e permette di condurre ricerche all’avanguardia in vari ambiti.

A partire dal 1° gennaio 2024 e per un periodo iniziale di cinque anni, Thomas Feurer sarà il nuovo direttore dello European XFEL. Sostituirà il danese Robert Feidenhans'l, a capo dell'impianto dal 2017 e che andrà in pensione nel 2024. Nel 2004 Feurer era stato nominato professore di fisica all'Università di Berna, dove è anche responsabile dell'Istituto di fisica applicata.

Insieme ad altri 11 Paesi, la Svizzera è tra i fondatori dello European XFEL. Presso l'Istituto Paul Scherrer di Villigen (AG) dispone anche di un proprio impianto laser a raggi X (SwissFEL), complementare a quello europeo. La costruzione parallela delle due infrastrutture ha permesso di beneficiare di importanti sinergie e di uno scambio di conoscenze proficuo.

La nomina di Thomas Feurer non solo rafforza gli intensi rapporti che la comunità dei ricercatori svizzeri intrattiene con lo European XFEL e gli Stati che ne fanno parte, ma è anche una dimostrazione dell'impegno della Svizzera all'interno dello Spazio europeo della ricerca. La costruzione e la gestione congiunta di infrastrutture di ricerca da parte degli Stati europei rivestono un'importanza centrale per l'integrazione, la collaborazione a lungo termine e la creazione di una rete di ricercatori all'interno di uno spazio comune che trascende i confini nazionali.

European XFEL

Lo European XFEL è il più grande impianto laser a raggi X del mondo: gli impulsi luminosi estremamente brevi che genera e che viaggiano all'interno di tunnel sotterranei permettono di osservare i dettagli atomici dei virus, di filmare reazioni chimiche e di studiare i processi che hanno luogo, per esempio, all'interno dei pianeti. Tali studi trovano ampia applicazione in diversi ambiti, come la medicina, l'archiviazione dei dati o la produzione e lo stoccaggio di energia. L'impianto impiega più di 500 persone e ospita ricercatori provenienti da tutto il mondo, impegnati in esperimenti e misurazioni di ogni tipo. La Svizzera partecipa ai costi operativi dell'impianto con una quota dell'1,5 % (circa due milioni di franchi all'anno).


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