PC-7 precipitato il 12 settembre 2017 nella regione dello Schreckhorn: chiarita la causa dell’incidente

Bern, 20.08.2019 - Lo schianto di un PC-7 sullo Schreckhorn il 12 settembre 2017 è stato causato da un errore umano. Malgrado la visibilità insufficiente il pilota ha infatti deciso di seguire le regole del volo a vista invece di quelle del volo strumentale. Poiché egli non è sopravvissuto all’incidente il procedimento non avrà alcun seguito.

Il 12 settembre 2017 un Pilatus PC-7 Turbo-Trainer delle Forze aeree svizzere si schiantò sul versante occidentale dello Schreckhorn. Nell'impatto il pilota ha perso la vita e l’aereo è andato completamente distrutto.

Il 18 settembre 2017 il divisionario Bernhard Müller, comandante delle Forze aeree, diede ordine al giudice istruttore della Giustizia militare di procedere a un’assunzione preliminare delle prove allo scopo di accertare i fatti e di verificare se vi fossero eventualmente i presupposti per un'istruzione preparatoria. Nel suo rapporto finale il giudice istruttore afferma che l’aereo si è schiantato in assetto controllato in un punto situato circa 100 metri al di sotto della vetta dello Schreckhorn. Al momento della collisione il velivolo stava attraversando una nube e si può presumere che il pilota abbia effettuato l’intero volo seguendo le regole del volo a vista. Questo nonostante il fatto che al momento dell'impatto le condizioni meteorologiche a nord delle Alpi non consentivano di volare esclusivamente a vista sulla principale catena alpina. Nei punti in cui non era possibile volare a vista, il volo avrebbe dovuto essere effettuato secondo le regole del volo strumentale. Il giudice istruttore è giunto alla conclusione che, considerate le condizioni meteorologiche, il pilota ha scelto la procedura sbagliata – volo a vista invece che strumentale – per sorvolare la catena alpina o, quantomeno, ch'egli non ha mai formalmente e correttamente comunicato via radio alla Centrale d’impiego una modifica della procedura di volo. La causa dell’incidente è pertanto di natura aeronautica.

La questione di un’eventuale rilevanza ai sensi del diritto penale militare del comportamento del pilota può essere lasciata in sospeso. Il decesso del milite rappresenta infatti un ostacolo procedurale. Dall’indagine non è inoltre emerso alcun sospetto iniziale nei confronti di terze persone. Alla luce di queste considerazioni non sono previsti ulteriori procedimenti ai sensi del diritto penale militare. Il giudice istruttore ha pertanto proposto che al procedimento non venga dato alcun seguito.

Il comandante di corpo Aldo Schellenberg, capo Comando Operazioni, ha approvato la proposta del giudice istruttore. Il procedimento è pertanto concluso e passato in giudicato.

Nota: sul sito Internet dell’Ufficio dell’uditore in capo (www.oa.admin.ch), alla rubrica «Media», è disponibile una dettagliata documentazione per la stampa sui risultati dell’inchiesta nonché un ulteriore documento dal titolo «La funzione della Giustizia militare in caso di incidenti aeronautici delle Forze aeree».


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