Il Consiglio federale respinge l'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo"

Berna, 17.08.2016 - Il Consiglio federale si è occupato oggi dell'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)" volta ad abolire il canone di ricezione radiotelevisivo e il relativo finanziamento della radiotelevisione. Secondo il Consiglio federale, la sua accettazione avrebbe profonde ripercussioni sul paesaggio mediatico svizzero e indebolirebbe sensibilmente la piazza mediatica del nostro Paese, riducendo fortemente la pluralità di opinioni e di offerta dei media elettronici. Il Consiglio federale respinge l'iniziativa popolare senza controprogetto in quanto contraria alla posizione del Governo in materia di politica dei media.

L'iniziativa "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)" è stata depositata l'11 dicembre 2015 e ha raccolto 112'191 firme valide. Il suo obiettivo è far sì che le emittenti radiotelevisive titolari di una concessione con partecipazione al canone non percepiscano più i proventi del canone di ricezione e che, in futuro, sia abolito anche qualsiasi sussidio diretto a beneficio delle emittenti radiotelevisive. Affermando che la SSR gode di un "quasi-monopolio" sul settore, i promotori dell'iniziativa aspirano a un cambiamento di sistema che permetta una concorrenza leale tra i media.

In occasione della sua seduta odierna, il Consiglio federale si è espresso contro l'iniziativa e raccomanderà al Parlamento di respingerla senza controprogetto. Ribadisce così la posizione espressa nel rapporto del 17 giugno 2016 sul servizio pubblico nell'ambito dei media, in cui è giunto alla conclusione che anche in futuro la Svizzera necessiterà di offerte radiotelevisive indipendenti, di buona qualità, comparabili ed esigibili in tutte le regioni linguistiche, per le quali devono essere messe a disposizione le necessarie risorse finanziarie.

L'accettazione dell'iniziativa popolare avrebbe profonde ripercussioni sull'offerta dei media elettronici in Svizzera. Causerebbe una drastica riduzione dell'offerta di prestazioni delle emittenti radiotelevisive titolari di una concessione che attualmente hanno una partecipazione al canone. A pagarne le conseguenze più gravi sarebbero in particolare la Svizzera romanda, italiana e di lingua romancia.

Entro l'11 dicembre 2016 Il Consiglio federale presenterà al Parlamento il suo messaggio sull'iniziativa popolare.


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