Il Consiglio federale respinge l’iniziativa contro la speculazione

Berna, 18.02.2015 - Il 18 febbraio 2015 il Consiglio federale ha licenziato il messaggio concernente l’iniziativa popolare «Contro la speculazione sulle derrate alimentari», raccomandando di respingerla senza controprogetto. Il Consiglio federale condivide gli scopi dell’iniziativa: migliorare l’approvvigionamento alimentare delle popolazioni dei Paesi in sviluppo e lottare contro la povertà. Ritiene tuttavia che l’approccio seguito dall’iniziativa sia inadeguato, dubita dell’efficacia delle misure proposte e teme ripercussioni negative per l’economia nazionale.

L'iniziativa prende avvio dalle forti oscillazioni dei prezzi di molti beni agricoli che si sono verificate negli ultimi anni, causando problemi alimentari in diversi Paesi in sviluppo. Secondo l'iniziativa popolare «Contro la speculazione sulle derrate alimentari» queste fluttuazioni dei prezzi sarebbero causate soprattutto dalle operazioni speculative effettuate sui mercati finanziari connessi ai mercati agricoli fisici (i cosiddetti mercati a termine delle merci). L'iniziativa chiede perciò di vietare in Svizzera gli investimenti in alcuni strumenti finanziari concernenti le materie prime agricole o le derrate alimentari. Gli autori dell'iniziativa vogliono così migliorare la sicurezza alimentare e ridurre la povertà e la fame nei Paesi in sviluppo.

Il Consiglio federale condivide l'opinione secondo cui il prezzo elevato degli alimenti di base possa avere gravi ripercussioni per le popolazioni dei Paesi in sviluppo, soprattutto quando questi dipendono fortemente dalle importazioni dei prodotti agroalimentari. Tuttavia, per diverse ragioni, il Consiglio federale ritiene che il divieto chiesto dall'iniziativa sia inadatto a risolvere questo problema.

In primo luogo, dai dati disponibili e dagli studi effettuati in quest'ambito emerge che gli aumenti di prezzo verificatisi negli anni scorsi non erano dovuti alla speculazione bensì, in misura molto maggiore, ad altri fattori. Tra questi, quelli di maggiore rilievo erano: scorte ai minimi storici, condizioni meteorologiche sfavorevoli (siccità, gelo) in importanti regioni di coltivazione e misure politiche adottate da Paesi esportatori e Paesi importatori (restrizioni alle esportazioni, incette). Perciò un divieto di speculazione non potrebbe impedire i forti rialzi dei prezzi delle derrate alimentari. Sarebbe invece da temere ‒ viste le svariate funzioni utili e necessarie svolte dalle attività speculative su questi mercati - che tali limitazioni peggiorerebbero il funzionamento dei mercati agricoli.

Secondariamente, delle misure di portata nazionale non avrebbero quasi alcun influsso sui processi in atto a livello internazionale sui mercati a termine delle merci: la maggior parte di questi mercati si trova all'estero, e le imprese potrebbero aggirare il divieto trasferendosi all'estero o svolgendo all'estero le operazioni vietate. La regolamentazione proposta non potrebbe perciò limitare efficacemente le operazioni speculative.

Da ultimo, in Svizzera diverse categorie di imprese sarebbero interessate dal divieto. Si tratterebbe principalmente delle banche, delle imprese attive nel commercio di prodotti agricoli e dell'industria di trasformazione di questi prodotti. Per queste aziende il divieto comporterebbe ulteriori costi operativi e limitazioni delle loro attività. Si tratterebbe di uno svantaggio concorrenziale nei confronti degli operatori esteri, senza peraltro alcun beneficio in termini di efficacia. Perciò, se la regolamentazione proposta venisse applicata, è lecito temere che le imprese reagirebbero trasferendo all'estero o cessando le attività attualmente svolte in Svizzera. Di conseguenza, l'accettazione dell'iniziativa comporterebbe la perdita di posti di lavoro, un calo della creazione di valore aggiunto e minori introiti fiscali. Inoltre aumenterebbe ulteriormente l'incertezza riguardo all'evoluzione delle condizioni quadro economiche in Svizzera: un segnale negativo per l'intera piazza economica nazionale.

Il Consiglio federale affronta la problematica delle forti fluttuazioni dei prezzi degli alimenti di base sui mercati internazionali con una varietà di approcci: sia cercando di migliorare il funzionamento dei mercati agricoli fisici - a questo scopo è attivo in seno a diverse organizzazioni internazionali, come ad esempio l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) o l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ‒, sia impegnandosi a livello nazionale ed internazionale per l'efficienza e la trasparenza dei mercati a termine delle merci. Infine, nel quadro della cooperazione svizzera allo sviluppo la Confederazione persegue l'obiettivo di un potenziamento sostenibile dell'agricoltura dei Paesi in sviluppo e, in caso di emergenza, interviene fornendo aiuti umanitari.

Il Consiglio federale respinge pertanto l'iniziativa senza controprogetto.


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