«Come conciliare lavoro e assistenza agli ammalati?»

Berna, 03.03.2012 - Messaggio della presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schlumpf in occasione della Giornata del malato (4 marzo 2012)

Cari malati, cari famigliari, cari addetti alle cure, 

la prima domenica di marzo è dedicata per tradizione alla «Giornata del malato», che quest’anno si svolge all’insegna del motto «Come conciliare lavoro e assistenza agli ammalati?» 

La «Giornata del malato 2012 (duemiladodici)» vuole dar voce a coloro che, oltre alla loro attività lavorativa, si occupano di un parente malato. Conciliare lavoro e assistenza agli ammalati è una grande sfida. Le persone che settimana dopo settimana si fanno in quattro per adempiere entrambi questi impegni, meritano grande rispetto. A loro vada la nostra particolare considerazione! 

Penso però anche agli ammalati nel nostro Paese. A chi non gode di buona salute, soffre e dipende dal nostro sostegno. A loro auguro coraggio, speranza e ottimismo.  

«Come posso conciliare lavoro e assistenza agli ammalati?». Non esiste una risposta semplice a questa domanda. Quando si parla di conciliare lavoro e famiglia, con «famiglia» si intende di solito l’educazione e la custodia dei propri figli. Spesso si dimentica o addirittura si ignora che «famiglia» può significare anche assistenza alle persone ammalate.  

Oggi in Svizzera pressappoco il 60 (sessanta) per cento delle persone bisognose di cure è assistito a domicilio. Fuori della loro attività professionale circa 160 000 (centosessantamila) persone assistono famigliari ammalati. Questa cifra è destinata a crescere ulteriormente. I progressi nel campo della medicina aumentano anche le aspettative di vita dei malati cronici. 

Molte persone attive professionalmente si impegnano quindi con grande dedizione e spesso anche per diversi anni nella cura del partner ammalato, di un figlio disabile o dei genitori infermi. Non di rado le esigenze professionali e quelle della prestazione di cure entrano in conflitto. Trovare l’equilibrio giusto è arduo. Sovente, l’accumulazione degli oneri aumenta il rischio che queste persone si ammalino a loro volta o subiscano un crollo. 

«Come conciliare lavoro e assistenza agli ammalati?». Questa domanda ne può implicare altre, alle quali anche le persone coinvolte difficilmente sanno rispondere. Devo smettere di lavorare per farvi fronte? Oppure: me lo posso permettere finanziariamente? 

Le preoccupazioni in merito al posto di lavoro e alle difficoltà finanziarie non sono da sottovalutare. Spesso sono le donne ad assumere l’assistenza degli ammalati nella famiglia e sovente riducono il loro grado di occupazione o addirittura lasciano il lavoro.  

A tutti coloro che assistono le persone bisognose è opportuno rammentare che nessuno deve farsi carico da solo della cura di un ammalato. Costruite una rete di sostegno. Coinvolgete parenti, conoscenti o amici. Informatevi però anche sulle offerte esterne.  

E cercate il dialogo con i vostri superiori. Alcuni datori di lavoro non sanno di avere collaboratori che si dedicano alla cura di persone. La sensibilizzazione è un passo importante e necessario per conciliare lavoro e assistenza. Bisogna poter contare su datori di lavoro comprensivi e regolamentazioni flessibili degli orari di lavoro. 

La conciliabilità tra lavoro e assistenza è un tema che concerne tutti noi e la nostra società. Dobbiamo creare un ambiente in cui è possibile svolgere contemporaneamente entrambi i compiti. E non solo per la «Giornata del malato»! Ringrazio di cuore per il loro impegno tutti coloro che si prendono cura di un famigliare ammalato.  

Per molti ammalati il fatto di essere assistiti da parenti in un ambiente famigliare è un fattore decisivo della qualità di vita.  

Cari malati, cari famigliari e cari addetti alle cure, auguro a tutti voi di trovare la forza a voi necessaria e di vivere molti momenti gratificanti.

 


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