In materia di protezione dei lavoratori il diritto svizzero equivale al diritto europeo

Berna, 04.09.2024 - In occasione della riunione del 4 settembre 2024 il Consiglio federale ha adottato il rapporto in adempimento del postulato «Divergenze tra il diritto svizzero e il diritto europeo in materia di protezione dei lavoratori». Secondo il rapporto, in materia di protezione dei lavoratori il diritto svizzero equivale a quello dell’Unione europea (UE). Pertanto non è necessario nessun adeguamento della legislazione svizzera.

Il gruppo di lavoro interdipartimentale istituito per rispondere al postulato ha confrontato le disposizioni di 12 atti normativi dell'UE e analizzato la loro attuazione in alcuni Paesi membri dell'UE, come Francia, Germania e Paesi Bassi. Dall'esame comparativo è emerso che in un'ampia maggioranza di casi la legislazione svizzera corrisponde al diritto UE. Oltre a concernere soltanto singoli aspetti, molte tra le differenze constatate non sono d'importanza significativa.

Le differenze più marcate derivano da due atti normativi recenti: la direttiva (UE) 2019/1152, relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'Unione europea, e la direttiva (UE) 2019/1158, relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza. Queste due direttive formulano in modo chiaro diversi diritti che non necessariamente si ritrovano anche nel diritto svizzero.

Non occorre adeguare il diritto svizzero

Anche se un avvicinamento del diritto svizzero agli atti normativi in questione potrebbe migliorare la situazione sotto il profilo della prevedibilità del diritto e dell'equilibrio tra vita privata e lavoro, in materia di protezione dei lavoratori il quadro normativo è equilibrato ed equivale a quello UE. Di conseguenza per raggiungere il medesimo livello di protezione non è necessario adeguare il diritto svizzero.

Inoltre la Svizzera punta su un reale dialogo sociale: un approccio che si è dimostrato valido sia nelle fasi di alta congiuntura sia nei periodi di rallentamento economico. Un recepimento unilaterale delle direttive europee limiterebbe i margini di azione dei partner sociali svizzeri senza comportare alcun vantaggio.

Il diritto del lavoro svizzero è indipendente dal diritto UE

Dal 1992, quando è stata rifiutata l'adesione all'accordo sullo Spazio economico europeo (SEE), la Svizzera ha adeguato autonomamente alcune parti del suo diritto del lavoro per renderlo corrispondente alla normativa UE. Quest'ultima ha perciò influito sull'evoluzione del diritto del lavoro svizzero e sulla relativa giurisprudenza. Anche se la Svizzera non è tenuta a recepire nel suo ordinamento il diritto dell'UE, gli sviluppi in atto sono seguiti con attenzione e vengono presi in considerazione nella misura in cui contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della Svizzera.

È opportuno rilevare che gli atti normativi esaminati non sono oggetto dei negoziati in corso tra Svizzera e UE. Tuttavia il Consiglio federale cerca di allineare il diritto in materia di lavoratori distaccati, derivante dall'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC), con la normativa UE vigente in questo settore. Si tratta di garantire a lungo termine le condizioni salariali e lavorative dei lavoratori distaccati, mantenendo nel contempo l'attuale livello di protezione sul mercato del lavoro svizzero, ed evitando che le aziende subiscano una concorrenza sleale.


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