Iniziativa «Stop al blackout»: il Consiglio federale propone un controprogetto indiretto

Berna, 28.08.2024 - Il 28 agosto 2024 il Consiglio federale ha deliberato in merito all’iniziativa popolare «Energia elettrica in ogni tempo per tutti (Stop al blackout)». Il Collegio ha respinto l’iniziativa, ma entro quest’anno intende elaborare un controprogetto indiretto, al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico a lungo termine. In questo modo, il Consiglio federale vuole mantenere la possibilità di assicurare anche in futuro la quantità di elettricità oggi prodotta sul territorio nazionale tutto l’anno, 24 ore su 24, nel rispetto dell’ambiente.

Il 19 marzo 2024 è riuscita l’iniziativa popolare federale «Energia elettrica in ogni tempo per tutti (Stop al blackout)». L’iniziativa vuole che la Costituzione federale preveda che l’approvvigionamento di energia elettrica venga garantito in ogni tempo e che la Confederazione definisca le relative responsabilità. L’iniziativa chiede inoltre che l’energia elettrica venga prodotta nel rispetto dell’ambiente e del clima e che a tale scopo siano ammissibili tutti i tipi di produzione elettrica rispettosi del clima. L’accoglimento dell’iniziativa significherebbe una riattribuzione dei compiti tra la Confederazione e i Cantoni e la revoca del divieto di costruire nuove centrali nucleari, in vigore dal 1° gennaio 2018.

Nuovo contesto

Negli ultimi anni il mercato elettrico e la politica climatica hanno conosciuto cambiamenti radicali.

  1. Obiettivi climatici e fabbisogno di elettricità: la Svizzera punta all’azzeramento delle emissioni entro il 2050, il che richiede la completa sostituzione dei combustibili fossili con energia elettrica prodotta nel rispetto del clima. Di pari passo con la crescita demografica aumenta anche il fabbisogno di energia elettrica.
  2. Centrali elettriche a gas: a causa dell’obiettivo di azzeramento delle emissioni, l’opzione originariamente ipotizzata di compensare l’elettricità mancante attraverso centrali a gas non è più praticabile. Le centrali elettriche a petrolio e a gas sono previste solo come riserve in caso di emergenza.
  3. Incertezze sul piano geopolitico: a causa della tensione registrata in Europa dal 2022 sul piano dell’approvvigionamento energetico non è più possibile fare affidamento, come è stato in precedenza, sulla possibilità di importare in qualsiasi momento la quantità di energia elettrica mancante sul territorio nazionale.

Incontestata la richiesta di più elettricità rispettosa del clima

Il Consiglio federale non ha dubbi sul fatto che nei prossimi anni la domanda di elettricità in Svizzera continuerà a crescere. Oltre alla crescita demografica, un altro forte catalizzatore di questo sviluppo è l’obiettivo climatico di azzeramento delle emissioni entro il 2050. Questo obiettivo può essere raggiunto solo sostituendo in modo coerente i combustibili fossili con energia elettrica rispettosa del clima. Con l’accettazione della legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili, il 9 giugno 2024 l’elettorato svizzero ha confermato di voler seguire questa strada. Il Consiglio federale condivide l’opinione del comitato d’iniziativa secondo cui l’apertura tecnologica è un prerequisito necessario per assicurare anche a lungo termine la copertura della crescente domanda di elettricità in modo rispettoso del clima e affidabile.

Ruolo dell’energia nucleare in Svizzera

Le quattro centrali nucleari nazionali attualmente in funzione coprono circa un terzo della produzione totale di elettricità in Svizzera. Dispongono tutte di una licenza d’esercizio a tempo indeterminato e possono rimanere operative finché sono sicure. Quando le centrali nucleari saranno dismesse, l’elettricità che verrà a mancare dovrà essere compensata da altri impianti di produzione in Svizzera. È ancora da vedere se il potenziamento delle energie rinnovabili avverrà tanto rapidamente da permettere di sopperire con tempesitività alle capacità produttive venute meno e di coprire il fabbisogno elettrico crescente. Nell’interesse di una pianificazione responsabile della sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, il Governo mira pertanto all’apertura tecnologica. L’attuale divieto di costruire nuove centrali nucleari non è compatibile con l’obiettivo dell’apertura tecnologica e comporta inoltre rischi anche per lo smantellamento degli impianti esistenti.

Motivi a favore di un respingimento dell’iniziativa

La Costituzione federale prevede già un approvvigionamento energetico diversificato, pertanto la revoca del divieto di costruire nuove centrali nucleari non richiede una modifica costituzionale. È sufficiente un adeguamento a livello legislativo. L’iniziativa vuole inoltre sancire nella Costituzione federale che la Confederazione definisca le responsabilità per la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, ma ciò non è necessario perché la Costituzione federale stabilisce già che la Confederazione e i Cantoni devono impegnarsi nell’ambito delle loro rispettive competenze per l’approvvigionamento energetico. Inoltre l’iniziativa potrebbe mettere in discussione l’eventuale esercizio di centrali di riserva in caso di penuria di energia elettrica, creando così nuove incertezze nell’approvvigionamento elettrico. Per tutte queste ragioni il Consiglio federale respinge l’iniziativa popolare.

Consultazione

Il DATEC presenterà al Consiglio federale entro la fine del 2024 una modifica della legge sull’energia nucleare. La consultazione durerà sino alla fine di marzo 2025. In seguito il Parlamento discuterà dell’iniziativa e del controprogetto.


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Marianne Zünd, Capo Media e politica, Ufficio federale dell’energia
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