Il Consiglio dei diritti umani dell’ONU adotta una risoluzione svizzera sulle manifestazioni pacifiche

Berna, 12.07.2024 - Il Consiglio dei diritti umani (CDU) conclude oggi a Ginevra la sua 56a sessione, dopo quattro settimane di lavori intensi in cui ha adottato più di 20 risoluzioni. La Svizzera è riuscita a far adottare per consenso una risoluzione sulla promozione e la protezione dei diritti umani nel quadro di manifestazioni pacifiche e ha partecipato a diversi negoziati in contesti tematici e geografici.

La 56a sessione del CDU si è aperta il 18 giugno scorso con la presentazione del rapporto annuale dell’Alto commissario dell’ONU per i diritti umani, Volker Türk. Nel suo discorso di apertura, l’Alto commissario si è soffermato sui conflitti attualmente in corso e sull’urgente necessità di «ritrovare la via della pace». Ha colto l’occasione per ribadire che un sistema di protezione dei diritti umani forte ed efficace è la chiave per una cooperazione multilaterale fruttuosa e per costruire un futuro migliore per le persone e per il pianeta. Nella sua dichiarazione in risposta all’Alto commissario, la Svizzera ha attirato l’attenzione sulla proposta di legge elaborata in Gambia che mira ad abrogare il divieto di mutilazione genitale femminile, sul rispetto del diritto alla libertà di espressione e di associazione in Georgia e sui diritti delle minoranze in Cina, nonché sulla richiesta di un cessate il fuoco immediato, sul rilascio degli ostaggi e l’incremento degli aiuti umanitari a Gaza.

Una risoluzione svizzera adottata per consenso

La Svizzera e il Costa Rica presentano da oltre dieci anni l’iniziativa congiunta sulla promozione e la protezione dei diritti umani nel contesto di manifestazioni pacifiche. Quest’anno la risoluzione si focalizza sull’implementazione di strumenti ad uso delle forze dell’ordine durante tali dimostrazioni, per aiutarle ad adempiere meglio i loro obblighi in questo ambito e, in particolare, per garantire il regolare svolgimento e la facilitazione degli eventi. La risoluzione è stata adottata per consenso: un traguardo importante anche per il nostro Paese.

La Svizzera ha inoltre partecipato a diversi negoziati sui diritti delle donne e delle ragazze e sull’uguaglianza di genere, specialmente nel quadro di una risoluzione sulla lotta alla violenza di genere fomentata dalle nuove tecnologie. Ha preso la parola in diverse occasioni, anche per esprimere la sua preoccupazione nel vedere rimesse in discussione le conquiste ottenute in termini di diritti delle donne. Il nostro Paese ha inoltre preso parte ai negoziati su un testo inerente al diritto alla libertà di espressione e di opinione che metteva in evidenza il problema delle violazioni di tali diritti ai danni di giornalisti e operatori dei media.

Diversi contesti tematici e geografici

La Svizzera ha partecipato sia al dialogo sull’indipendenza dei giudici e degli avvocati – nel quadro del quale ha sottolineato l’importanza della democrazia e del monitoraggio del sistema giudiziario – sia al dialogo con la relatrice speciale sul diritto alla salute, il cui rapporto verteva sulla riduzione dei rischi nell’ambito della politica sulle droghe.

Infine, sono stati presentati numerosi rapporti riguardanti situazioni geografiche. La Svizzera ha espresso il proprio parere sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, Bielorussia, Siria, Sudan, Ucraina e Venezuela. Per quanto riguarda il Myanmar, si è detta molto preoccupata per l’aggravarsi della situazione nello Stato di Rakhine.


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