Berna, 19.1.2004. L'iniziativa
sull'internamento e il nuovo Codice penale intendono entrambi proteggere la
collettività dai criminali pericolosi. Questo è in sostanza quanto ha comunicato lunedì
ai media il consigliere federale Christoph Blocher che ha, nello stesso tempo,
indicato anche la differenza fondamentale: mentre, con la sua rigida
regolamentazione, l'iniziativa accetta che anche i criminali per i quali è
dimostrato che non sono più pericolosi devono restare internati, il nuovo Codice
penale prevede che il sussistere delle condizioni per l'internamento sia
verificato periodicamente.
Il consigliere federale Blocher ha
illustrato che, per evitare errori in occasione di tali verifiche, l'autorità
responsabile, nel decidere se un criminale debba essere liberato
dall'internamento, si fonda sulla perizia di un esperto indipendente, sul
rapporto redatto dalla direzione dell'istituto nel quale è eseguito
l'internamento e sulla valutazione di una commissione peritale, conformemente
alla nuova Parte generale del Codice penale che entrerà in vigore nel 2006 e
convalida la prassi attualmente seguita dai Cantoni. Il capo del DFGP ha inoltre
fatto notare che le innovazioni introdotte con il nuovo Codice penale vanno
oltre rispetto alle proposte dell'iniziativa. Il Consiglio federale e il
Parlamento preferiscono le nuove disposizioni penali all'iniziativa
sull'internamento.
La consigliera agli Stati ginevrina Micheline
Spoerri ha sottolineato che, rispetto all'iniziativa, il nuovo Codice penale
offre alla collettività una migliore protezione dai criminali pericolosi. In
particolare ha analizzato le contraddizioni dell'iniziativa per quanto concerne
la liberazione anticipata: paradossalmente l'iniziativa garantisce ai criminali
pericolosi più “seconde opportunità“.
Forte
della sua esperienza, il consigliere di Stato turgoviese Claudius Graf-Schelling
ha impostato la sua relazione sul fatto che i Cantoni sono stati i primi a
reagire ai tragici omicidi commessi all'inizio degli anni Novanta. I Cantoni
hanno preparato un elenco di criteri e istituito una commissione peritale che
permettono di stabilire se un criminale rappresenta un pericolo per la
collettività. Da quando le commissioni peritali esaminano i singoli casi, i
criminali recidivi e pericolosi liberati dall'esecuzione della pena non
costituiscono più un problema.
Heinrich
Koller, direttore dell'Ufficio federale di giustizia, ha illustrato come
l'iniziativa sia compatibile con la CEDU soltanto grazie a un'interpretazione
molto lata del suo tenore. Nel caso dell'accettazione dell'iniziativa,
occorrerebbe introdurre nel Codice penale una seconda forma d'internamento che
consideri le esigenze del preminente diritto internazionale
pubblico.
Altre
Peter
Häfliger, Ufficio
federale di giustizia, tel.
031 322 41 45